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Negli ultimi anni, l’HR Manager, nel suo ruolo di mediatore tra l’azienda e i lavoratori, ha svolto un ruolo cruciale nell’assicurare un ambiente di lavoro sano e produttivo. Contribuisce inoltre allo sviluppo e al benessere dei dipendenti.
Non si tratta semplicemente di una professione limitata all’assunzione e alla formazione del personale, ma si è chiamato soprattutto a intervenire attivamente per prevenire e contrastare fenomeni dannosi, come il mobbing, il bullismo e il body shaming.
In quest’ultimo caso si sta pensando ad una legge sul dilagante fenomeno che lo disciplini all’interno dell’organizzazione. L’obiettivo è creare un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso delle diversità, dove i dipendenti si sentano valorizzati e motivati. Questo ruolo così importante e le responsabilità che ne conseguono hanno portato all’inserimento di questa figura professionale nei migliori lavori negli Stati Uniti nel 2022.
Percorso universitario per diventare Hr Manager
Per poter esercitare questa professione è richiesto il conseguimento di una laurea di primo o secondo livello (triennale o magistrale/ciclo unico) in economia, psicologia, giurisprudenza o sociologia. Ovviamente, nessuno di questi indirizzi è specifico per ricoprire il ruolo di HR Manager, pertanto, diventa fondamentale investire in una formazione post-laurea (ad esempio, un corso di perfezionamento o un master di primo o secondo livello) nell’ambito della gestione delle risorse umane, dell’amministrazione aziendale o in discipline affini.
Un master in risorse umane permette di acquisire specifiche conoscenze, abilità e competenze relative alle risorse umane. Questi corsi possono essere seguiti presso università tradizionali o università telematiche che offrono programmi di apprendimento online accessibili 24 ore su 24, come ad esempio, i corsi dell’Università Niccolò Cusano.
I percorsi post-laurea oltre a garantire una completa formazione teorica, offrono l’opportunità di svolgere tirocini o stage formativi presso aziende e società in convenzione con l’ateneo scelto. La possibilità di rientrare in un programma formativo come questi rappresenta un grande vantaggio in quanto possono aiutare il futuro professionista a stabilire connessioni importanti per la propria carriera. In alcuni casi, l’esperienza andrà a valorizzare il Curriculum Vitae aprendo le strade ad altre e più importanti opportunità lavorative, in altri casi, i tirocinanti hanno la possibilità di essere assunti direttamente dalle aziende in cui hanno svolto il loro stage.
Le competenze dell’HR manager
Per poter intraprendere la carriera di HR Manager non basta conseguire una laurea triennale, magistrale o a ciclo unico, e neanche conseguire un master di primo o secondo livello, ma ad essere importante è il posseso di alcune competenze e soft skills (competenze trasversali) da valorizzare, fondamentali per fare la differenza durante il colloquio con il recruiter.
A tal riguardo bisogna ricordare che tra le soft skills non possono mancare: empatia, capacità comunicative, comunicazione efficace, capacità di ascolto, gestione dello stress, team working, problem solving, capacità di pianificazione e organizzazione, capacità di negoziazione. Oltre al possesso delle competenze trasversali, è importante che il futuro professionista abbia una padronanza della lingua inglese e preferibilmente di una seconda lingua. A queste vanno aggiunte le competenze informatiche e la conoscenza di alcuni applicativi utilizzati in questo lavoro.
Le mansioni dell’HR manager
Quanto alle mansioni che l’HR Manager è chiamato a svolgere abbiamo l’attività di recruiting. Inquesto caso sarà fondamentale cooperare con i vertici per redigere al meglio l’annuncio di lavoro al fine di selezionare il candidato ideale. Ha inoltre compiti di negoziazione del contratto durante la fase di assunzione del personale, per bilanciare le esigenze aziendali con le richieste economiche del dipendente. Altra mansione dell’HR manager riguarda la gestione delle risorse umane.
Per poter svolgere questa mansione l’HR Manager è chiamato a cooperare con l’amministrazione del personale, monitorando l’avanzamento di carriera e le politiche di compensation (quali aumenti di stipendio, inquadramento, bonus, benefits…) del singolo dipendente. Da non dimenticare è il team building su cui l’HR Manager deve lavorare per evitare che il dipendente, insoddisfatto possa lasciare l’azienda per un competitor. Infine, deve gestire anche le procedure di dimissioni e licenziamento, oltre ad instaurare relazioni sindacali.
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